“Ah, che compagnie infelici
cavalieri di specchi, minestre di radici
dormo nella follia e tutto il teatro con me”

(Ivano Fossati)

Il cubismo psicologico di Maria Teresa Viaroli

CREMONA – Una sorta di “cubismo psicologico”, come sono definite dalla stessa autrice le proprie linee grafiche, ora tendenti ad una astrazione picassiana, o all’espressionismo (“Urlo”), ora sinuosamente pastose, come nelle figure morbidamente ritratte da Amedeo Modigliani, costituisce una delle chiavi di lettura della personale di Maria Teresa Viaroli, aperta ancora oggi (16.30-19.30, ingresso libero) alla Galleria “Immagini Spazio Arte” di Cremona (via Beltrami 32/b). Opere dedicate all’universo femminile e realizzate in varie tecniche (oli su canvas o su cardboard, e i suoi celebri “carboncini”) dall’artista bussetana, che vive ed opera a Gropparello, nel piacentino, e che dopo essersi diplomata all’Accademia di Belle Arti di Firenze ha frequentato gli studi di Simi e Annigoni, specializzandosi in ritrattistica. Nel 1980 ha ricevuto il Primo Premio Città di Empoli e nel 1981 il Primo Premio Rassegna Toscana d’Arte Contemporanea. Tra i riconoscimenti recenti, il primo posto al “Warp World Web Art Prize 2005″, con esposizione nell’agosto dello stesso anno alla “World Fine Art Gallery” di New York, e nel settembre 2005, la vittoria per la Sezione Grafica al “Premio Cremona”. Sue opere sono esposte in permanenza al “B.K. Yengar institute” di Poona (India).

Da “La Cronaca di Cremona” – Pagina dello Spettacolo & Arte – 8 Aprile 2006

Un mondo di sguardi tra segni sinuosi e tinte delicate

Arte Oggi, nella galleria di via Beltrami “Immagini Spazio Arte”, accoglie in questi giorni e fino all’8 aprile, l’unica nuova mostra cremonese di questa settimana: le figure, prevalentemente femminili di Maria Teresa Viaroli, pittrice piacentina che accoglie un intero mondo di sguardi e di colloqui nei suoi dipinti dalle tinte delicate e dai segni sinuosi. Fortemente debitrice sia della fase prima dell’astrazione picassiana (deciso è l’apporto derivato da opere quali “Les demoiselles d’Avignon”) sia dal primo Duchampes (non lontana dalle ardite prospettive di “Nu descendent l’escalier”), l’autrice ne evince la linea sensuale e ciclica, l’utilizzo del segno ricurvo per decrittare il reale, disegnare la figura e connetterla allo sfondo. Più figure si intersecano e le intersezioni sono rese evidenti dalla linea nera che le delimita e ne sottolinea ugualmente la ideale continuità, fino a creare una sorta di mosaico figurato in cui la modularità delle forme pare, appunto, sottolineare la sussistenza di un colloquio ideale. Le coloriture delicate si sovrappongono senza creare distacchi cromatici e sottolineano l’amalgama delle tinte calde prevalenti, appena sceverate da passaggi d’azzurro.
Talvolta appare tra le forme curvilinee la volontà di dosare una maggiore forza d’impatto visivo, sebbene la violenza voluta di certe immagini, che paiono ricor dare la stagione futurista o certo Guttuso, non sembrino del tutto appartenere alla natura stessa di questa pittura. Tra le opere esposte, desidero sottolineare, per la buona pasta pittorica e il composto ma saldo impianto, alcuni ritratti ben eseguiti e ricchi di personalità che il colore pieno ben supporta.

Da “La Cronaca di Cremona” – Pagina dello Spettacolo & Arte – 1 Aprile 2006

Maria Teresa Viaroli a Spazio Arte

Alla galleria “Immagini Spazio Arte” di Cremona e in corso una mostra (sino all’8 aprile) della pittrice Maria Teresa Viaroli, che presenta ritratti e figure femminili con una cifra stilistica sorretta da un disegno sicuro ed efficace. Viaroli si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove ha frequentato gli studi di Nerina Simi e di Pietro Annigoni, dai quali ha appreso qualificati insegnamenti per la ritrattistica. L’artista piacentina rivela nelle sue opere una spiccata capacità introspettiva e un’abilità nel coniugare segno e colore. Le figure femminili sono caratterizzate, come ammette la stessa pittrice, da una specie di “cubismo psicologico” e da aspetti simbolici. Accompagna la mostra uno scritto di Simone Fappanni

Da “Più” – articolo di E.Ma – 1 Aprile 2006

Viaggio nell'arte della Viaroli tra dipinti e carboncini

Si ripartisce in tre momenti distinti, pur correlati fra loro, la personale di Maria Teresa Viaroli, allestita nelle sale della Galleria “Immagini, Spazio, Arte” in via Beltrami a Cremona. L’artista originaria di Busseto nel parmense, ma da tempo attiva a Gropparello nel piacentino, ha messo in mostra dipinti e carboncini che consentono di avvicinarsi ad una artista poliedrica dallo stile inconfondibilmente vicino a quello cubista. Nella prima parte della rassegna è possibile apprezzare il mondo femminile descritto con tratti essenziali dall’artista emiliana; si tratta di figure di donne che si compenetrano, rese tutt’uno dalla circolarità con la quale la pittrice descrive volti e corpi. I colori sono a volte tenui, quasi rarefatti, in altri momenti invece forti e provocanti: servono all’artista per descrivere stati d’animo e sensazioni che, più del segno, solo le tinte riescono a dare.
A questi quadri sono inframmezzati i “carboncini” dove spicca l’essenzialità del segno, adottato in questo caso sulla circolarità dell’esistenza. Significativi sono poi i ritratti realizzati in questi anni da Maria Teresa Viaroli; l’hanno resa celebre non solo nella sua terra natìa, ma anche nel resto del Paese. Si tratta di dipinti che non si limitano a descrivere il volto delle persone ritratte, ma che cercano di entrare nell’animo umano scoprendone le sue prerogative più intime; proprio per questo l’artista emiliana pone grande attenzione alla comunicazione degli occhi, autentici specchi dell’interiore. Alla vernice della personale, presentata dal critico d’arte bresciano Luigi Guarneri, è intervenuto anche l’ex senatore cremonese, Angelo Rescaglio. La mostra resterà aperta al pubblico fino a sabato 8 aprile; nei giorni feriali si potrà visitarla dalle 16.30 alle 19.30, il sabato e la domenica anche al mattino dalle 10.30 alle 12.30

Da “La Cronaca di Cremona” – Pagina dello Spettacolo & Arte – Mostre & Artisti – 28 Marzo 2006

Arte: Maria Teresa Viaroli

La passione di Maria Teresa Viaroli per l’arte nasce dall’infanzia e la esprime attraverso il disegno e la pittura. Studia all’istituto d’Arte Paolo Toschi di Parma e quindi all’Accademia di Belle Arti di Firenze. In quegli anni frequenta gli studi di Nervina Simi e Pietro Annigoni, specializzandosi in ritrattistica. Nel 1980 riceve il premio “Città di Empoli” e nel 1981 il primo premio alla “Rassegna Toscana d’Arte Contemporanea”. Da 20 anni vive e lavora a Gropparello.
Nella sua carriera ha eseguito diverse committenze private, tra cui ritratti a olio su tela, carboncino,trompe l’oeil, pitture murali interne ed esterne, vetrate artistiche, sculture e ceramica. L’universo pittorico di Maria Teresa Viaroli, di impostazione Annigoniana, si costruisce e si realizza attorno alla figura umana, in particolar modo quella femminile, che caratterizza inconfondibilmente la sua pittura. La donna, presa sia come soggetto singolo che come elemento di un più ampio contesto compositivo, esprime sempre una fortissima connotazione simbolica e psicologica che affonda le sue radici nelle reminiscenze della società arcaica fondata sul matriarcato. Nei suoi ritratti vi è una profonda ricerca psicologica ed emotiva. Maria Teresa Viaroli espone dal 980 in diverse città italiane. Esposizione permanente in India, B.K. Yengar Istitute (Poona)

Percorsi & Itinerari – Girovagando…PIACENZA e le sue valli tra storia, profumi, sapori e natura – 2005

Maria Teresa Viaroli s'impone al Wwarp

Si è svolta ieri alle ore 11, presso la Sala della Stampa del quotidiano “La Cronaca”, la cerimonia di premiazione della seconda edizione del Concorso WWarp, World Web Art Prize, organizzato dall’Associazione Italart in collaborazione con la Galleria “Immagini, Spazio, Arte”.
Dopo il saluto ai presenti da parte dell’organizzazione è stato illustrato lo svolgimento, davvero sui generis, del Premio, che si è proposto di far conoscere gli artisti partecipanti anche oltre i confini nazionali, attraverso una serie di immagini delle loro opere ordinata nelle pagine del sito internet www.arteimmagini.it. Una vera e propria “mostra virtuale” che per diversi mesi è stata liberamente accessibile da tutti i “navigatori” di spazi web.
Altra particolarità del Concorso è stata la modalità di giudizio, affidata ai visitatori della mostra virtuale mediante un’apposita “scheda elettronica”, e non a una Commissione di “addetti ai lavori”, come solitamente accade. Oltre a numerosi Premi e riconoscimenti di natura artistica, ai partecipanti è stata data la possibilità di essere inseriti nella seconda edizione del fortunato volume “L’arte e il web – Verso nuove forme d’espressione della creatività”.
Il testo, che sarà pubblicato a breve dell’Immaginaria Editrice nella Collana Saggi d’Arte, visto il successo della prima tiratura, presenta una riflessione sulle possibilità e sui limiti offerti agli artisti dalla Grande Rete. Il testo si sofferma, in particolare, sulla distinzione fra “net.art” ed “art on the net”, chiaramente spiegata da Deseriis e Marano in un recente studio (“Net-art”, Shake, Milano 2003). Con il primo termine, “net.art” spiegano i due studiosi, si vuole mettere il luce “il carattere interattivo, processuale e collaborativo di questa pratica. Una pratica che mira a sostituire le opere con le operazioni e le rappresentazioni con la produzione di nuovi circuiti comunicativi e di senso. La net.art come “arte di fare network”, dunque, e non solo come arte veicolata e diffusa attraverso Internet”. Il secondo termine, “Art on the net”, definisce invece “la Rete come strumento accessorio, come mezzo di illustrazione e di distribuzione di opere preesistenti e prodotte altrove”.
La graduatoria, stilata in base al computo dei voti pervenuti all’organizzazione tramite posta elettronica vede classificata al primo posto la piacentina Maria Teresa Viaroli. Nelle sue opere si osserva l’uso, assai disinvolto, del colore, che sembra accentuare ulteriormente questa componente intimista della ricognizione ideativa insitanei lavori della nostra artista, la quale si riflette anche in certi passaggi luministici e chiaroscurali che, se da un lato si rifanno alla migliore scuola ritrattistica italiana, in particolare quella che, dopo essersi rivolta a ragioni avanguardiste che hanno condotto parecchi autori a orientarsi ora verso una vera e propria “trasmutazione” del soggetto ora a una resa “oggettuale” dello stesso, ha ripreso un solco in cui il segno preciso e una succosa materia pittorica sono di nuovo al “centro” del dipinto. Al secondo, terzo e quarto posto si sono classificate: Grazia Toniolo Augier, Tina Saletnich ed Ersilietta Ga brielli, che avranno come Premio la possibilità di esporre assieme presso la Galleria Immagini.
Collettiva “a quattro”, per le classificate fra il quinto e l’ottavo posto: Anna Semeraro, Enna Capitelli, Laura Jannon e Maria Rosa Maccorin. Un contratto di permanenza per un anno è invece andato ai classificati tra il nono e l’undicesimo posto: Rina Politi, Franco Farina e Gemma Franzin. Una Coppa d’onore è andata anche a coloro che si sono posizionati fra il dodicesimo e il diciottesimo posto, vale a dire: Natale Pietro Nardio, Beatrice Pai lazzetti, Liliana Antonini, Antonella Giapponesi Terenghi, Angiola Falconi, Ester Balletto Secci e Venere Chillemi. Coppa anche a coloro che hanno conseguito meno di mille preferenze: Flavia Vizzari, Mario Villaggi, Umberto Basso, Elena Calabretto, Giuseppe Covella, Maria Francesca Grisella, Lorella Mandis, Tatiana E. Pouzanova Galatch e Ciro Olivieiro Miraglia.

Da “La Cronaca di Cremona” – Pagina dello Spettacolo & Arte – articolo di Simone Fappanni – 23 Maggio 2005

Piacentina la vincitrice del World Web Art

Maria Teresa Viaroli di Gropparello ha vinto la seconda edizione del concorso Wwarp, World Web Art Prize, premio d’arte organizzato dall’Associazione Italart in collaborazione con la galleria Immagini di Cremona. All’ombra del Torrazzo, nella sala della Stampa di Cronaca, la pittrice comprensibilmente emozionata, ha ricevuto il Trofeo e, assieme, un altro ambitissimo premio: la possibilità di tenere una mostra personale nel 2006 alla Galleria Immagini. Prima di passare alla presentazione della vincitrice, ci sembra opportuno parlare dell’originale “formula” con cui è stato concepita e si è svolta questa iniziativa culturale, che si è proposta per fare conoscere i partecipanti che oltre i confini nazionali, attraverso una serie di immagini delle loro opere ordinata nelle pagine del sito internet. Una vera e propria “mostra virtuale” che per diversi mesi è stata liberamente accessibile da tutti gli internauti. Altra particolarità del concorso è la modalità di giudizio, affidata non a una giuria di “addetti ai lavori”, come solitamente accade, ma ai visitatori della mostra virtuale mediante un’apposita “scheda elettronica”.

Da “La Cronaca di Piacenza” – Pagina della Cultura e Arte – Articolo di Simone Fappanni – 3 Giugno 2005

Nel sentiero di Artemisia. L'arte e la creatività delle donne

Nata a Busseto (Parma), Maria Teresa Viaroli vive a Gropparello, in provincia di Piacenza. Ha studiato all’istituto d’arte “Paolo Toschi” di Parma e quindi all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove si è diplomata nel 1997. In quegli anni ha frequentato gli studi di Marina Sini e Pietro Annigoni specializzandosi in ritrattistica. Nel 1980 riceve il Primo Premio Città di Empoli e nel 1981 il primo premio alla Rassgna Toscana d’arte contemporanea. Insegnante, ha eseguito diverse committenze private; ritratti a olio su tela, carboncino, trompe-l’oeil e pitture murali sia in esterno che in interno. Ha partecipato a diversi, importanti eventi espositivi, fra cui Pulcheria Arte (Piacenza), Art Beyond border (Travo e Fontanellato). Espone in permanenza al B.K. Yengar di Poona (India). Ha vinto la seconda edizione del WWarp (2005).
“Abilissima nei ritratti (ma non solo), eseguiti con grande arguzia e perfetta sintassi cromatica, Maria Teresa Viaroli propone lavori intenso ed emozionanti in grado di coinvolgere piacevolmente anche l’osservatore meno abituato a frequentare gli infiniti e coinvolgenti labirinti dell’arte”

Da “Nel Sentiero di Artemisia. L’arte e la creatività delle donne.” a cura di Simone Fappanni

Il cubismo emotivo di Maria Teresa Viaroli

Nata a Busseto (Parma), Maria Teresa Viaroli vive a Gropparello, in provincia di Piacenza. Ha studiato all’istituto d’arte “Paolo Toschi” di Parma e quindi all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove si è diplomata nel 1997. In quegli anni ha frequentato gli studi di Marina Sini e Pietro Annigoni specializzandosi in ritrattistica. Nel 1980 riceve il Primo Premio Città di Empoli e nel 1981 il primo premio alla Rassgna Toscana d’arte contemporanea. Insegnante, ha eseguito diverse committenze private; ritratti a olio su tela, carboncino, trompe-l’oeil e pitture murali sia in esterno che in interno. Ha partecipato a diversi, importanti eventi espositivi, fra cui Pulcheria Arte (Piacenza), Art Beyond border (Travo e Fontanellato). Espone in permanenza al B.K. Yengar di Poona (India). Ha vinto la seconda edizione del WWarp (2005).
“Abilissima nei ritratti (ma non solo), eseguiti con grande arguzia e perfetta sintassi cromatica, Maria Teresa Viaroli propone lavori intenso ed emozionanti in grado di coinvolgere piacevolmente anche l’osservatore meno abituato a frequentare gli infiniti e coinvolgenti labirinti dell’arte”

Da “Nel Sentiero di Artemisia. L’arte e la creatività delle donne.” a cura di Simone Fappanni

Quando la realtà diventa poesia dipinta.
I ritratti e le figure di Maria Teresa Viaroli

“Un tocco molle sfiora il mio viso
come l’aria che accarezza il tuo: sei tu il mio unico pittore
e tua soltanto è la mia vita” (Anonimo)

Una complessa e affascinante introspezione mimetica caratterizza le opere di Maria Teresa Viaroli; una ricerca, sempre in fieri, attraverso la quale l’artista piacentina sostanzia figure caratterizzate da un grande fascino.
Percorrendo con coraggio e passione autentica i sentieri infiniti della sperimentazione figurativa, la pittrice realizza ritratti in cui si avverte una forte componente meta-rappresentativa. Maria Teresa non ama, infatti, descrivere semplicemente un volto o darne un’idea di carattere meramente illustrativo; preferisce invece affidarsi a un profondo scavo psicologico, quasi cercando di cogliere non solo i tratti somatici del soggetto, ma anche quello “spirito vitale”, come si diceva un tempo, che è poi l’elemento essenziale, verrebbe da dire fondante, della buona riuscita di un ritratto.
Stupisce piacevolmente anche l’uso, assai disinvolto, del colore, che sembra accentuare ulteriormente questa componente intimista della ricognizione ideativa insita nei lavori della nostra artista, la quale si riflette anche in certi passaggi luministici e chiaroscurali che, se da un lato si rifanno alla migliore scuola ritrattistica italiana, in particolare quella che, dopo essersi rivolta a ragioni avanguardiste che hanno condotto parecchi autori a orientarsi ora verso una vera e propria “trasmutazione” del soggetto ora a una resa “oggettuale” dello stesso, ha ripreso un solco in cui il segno preciso e una succosa materia pittorica sono di nuovo al “centro” del dipinto.
Ed è ciò che sembra fare Maria Teresa Viaroli con il suo tocco morbido e le sue tinte vellutate e squillanti. Questa eclettica creativa, che pare dipingere sulla scorta di sensazioni musicali, propone fraseggi e partiture ritmiche – usiamo di proposito questa terminologia mutuandola da quella del mondo delle note – nelle quali i particolari del viso vengono resi con intelligente resa plastica, ma anche secondo assonanze coloristiche in grado di esaltare l’incarnato anche laddove esso assume insolite sfumature.
C’è poi il tentativo, peraltro riuscito, di porre il soggetto rappresentato in una postura che pare voler suggerire un colloquio immaginario con l’osservatore, quasi che egli potesse, in qualche modo, cogliere lo stato d’animo, l’attimo, che la pittrice ha voluto fissare per sempre sulla tela: si tratta pertanto di un registro non facile da condurre, che la Viaroli affronta con lodevole determinazione pervenendo a esiti di sicuro interesse.
Lo stesso colloquio si può osservare, a nostro avviso, anche nelle opere dove le figure sono più di una, come in quelle intitolate rispettivamente Disprezzo e solitudine e Riposo delle Amazzoni. In questi casi specifici, come in altri lavori, alla serenità che permea i ritratti si oppone una certa inquietudine, talvolta non senza venature dichiaratamente paniche. Nel primo lavoro, in particolare, le tante figure femminili che paiono legate indissolubilmente da un misterioso vincolo, creano una dimensione di estraneità, palesata dallo sguardo assente della figura centrale, che turba la sensualità offerta dalla morbidezza dei corpi femminili nudi. Nel secondo, invece, i corpi delle mitologiche guerriere paiono appoggiarsi dolcemente l’una accanto all’altra quasi a formare un delicato panneggio. Ma i loro occhi teneramente socchiusi, il fondo lasciato neutro, l’immagine del cavallo che sovrasta una di esse suggeriscono silenzi di sapore squisitamente dechirichiano.
Corre anche l’obbligo di evidenziare il fatto che, se in questi quadri la componente erotico-seduttiva svolge un ruolo di sottile automascheramento delle angosce che paiono provare i personaggi, in altri lavori tale elemento diventa cruda immagine di violenze indicibili e soprusi, come la terribile crocifissione al femminile dal titolo davvero emblematico: Prego… servitevi ancora, un olocausto che s’imprime dolorosamente nella memoria, mentre in altre l’eros serve per veicolare una Maternità dove il corpo diventa poesia generativa in atto.

Recensione del Dott. Simone Fappanni, critico d’arte